La pandemia in atto ha fatto emergere con grande chiarezza la fragilità del nostro sistema di sviluppo che è stato messo in crisi dalla diffusione di un virus grande appena 120 nanometri, causando perdite economiche a livello mondiale stimate per 150 miliardi di dollari.

Se analizziamo gli ultimi 16 anni possiamo elencare ben 5 virus che hanno colpito la popolazione umana a livello mondiale: 2003 SARS, 2009 H1N1, 2012 Mers, 2013 Ebola, 2019 Covid-19.

Tutti questi virus hanno in comune l’origine: derivano da animali e sono mutati riuscendo a fare il cosiddetto salto di specie. Infatti si stima che il 60-70% delle malattie emergenti abbia questa origine.

A prima vista si potrebbe dire che le mutazione alla base di questo processo di trasmissione dei virus tra animali e uomo (zoonosi) siano casuali e che l’uomo non abbia alcun ruolo in questo processo. Questo in parte è vero: le mutazioni sono la base dell’evoluzione di tutti gli organismi viventi e permette loro di adattarsi alle variazioni ambientali. Questi processi sono sempre esistiti fin dalla notte dei tempi, ma perché recentemente la frequenza delle pandemie o epidemie sembra essere molto più alta che in passato?

Qui interviene l’uomo e le sue azioni:

  • un maggiore tasso di inquinamento espone le persone a frequenze maggiori di patologie come allergie, asma ed infiammazioni delle vie respiratorie che facilitano l’infezione da parte dei patogeni.
  • le polveri sottili potrebbero aver un ruolo importante nella diffusione del virus favorendone il trasporto a distanze superiori a quelle note.
  • i cambiamenti climatici provocano la modificazione degli ecosistemi favorendo il contatto tra specie animali generalmente separate.
  • l’aumento demografico espone un numero sempre maggiore di persone al rischio contagio. Attualmente la popolazione mondiale ha raggiunto quasi gli 8 miliardi con tassi di crescita sempre più elevati, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
  • il progressivo invecchiamento della popolazione aumenta il rischio di contagio perché gli anziani sono più vulnerabili alle infezioni.
  • la creazione di aree urbane con una densità abitativa sempre più alta porta le persone a vivere in condizioni di sovraffollamento e spesso in condizioni di povertà sempre maggiori. Ad oggi si stima che circa il 55% della popolazione umana viva in grandi centri urbani.
  • la globalizzazione delle persone e delle merci facilita la diffusione a livello mondiale di infezioni nate anche in posti remoti del mondo.
  • la deforestazione e l’urbanizzazione di territori sempre più vasti provoca una maggiore probabilità di contatto tra l’uomo e specie animali selvatiche portatrici di virus nuovi, sia direttamente che attraverso un contagio intermedio degli animali domestici.
  • l’allevamento intensivo di animali in condizioni di sovraffollamento e scarse misure igieniche facilità la diffusione di patogeni nuovi e sempre più resistenti. Una delle principali cause delle resistenze agli antibiotici dei batteri è proprio dovuto ad un loro uso indiscriminato negli allevamenti intensivi.

Molti esperti hanno chiesto che questa sia l’occasione per rivedere il nostro modello di sviluppo economico e sociale, ma sono altrettanto pessimisti che alla fine sarà un occasione persa come fu nel caso della crisi economica del 2007-2008 dove non furono cambiate le regole degli scambi finanziari selvaggi.

Stile di vita eco sostenibile

Cosa possiamo fare in questo difficile panorama?

In prospettiva possiamo e dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, mettendo in atto tutte quelle azioni quotidiane, anche piccole e insignificanti, che provocano tutte quelle attività distruttive che abbiamo visto sopra. In generale dobbiamo consumare meno e meglio, favorendo la qualità dei prodotti che acquistiamo piuttosto che la quantità: mangiare meno carne e da allevamenti non intensivi, usare prodotti biologici o da lotta integrata, non acquistare legnami tropicali non certificati o animali selvatici, preferire la mobilità sostenibile e pubblica (tranne che in questo periodo di quarantena). La lista potrebbe continuare all’infinito ma la direzione dovrebbe essere chiara.

Naturalmente la transizione dall’attuale modello economico di sviluppo verso un modello più sostenibile dovrebbe essere graduale ed accompagnata da incentivi economici per evitare che le tante persone che lavorano nei settori tradizionali, per esempio nei trasporti, agricoltura o allevamento, possano pagare pesanti conseguenze economiche.

Nell’immediato possiamo proteggerci dall’inquinamento Indoor ed Outdoor e dalle malattie aerotrasmesse usando uno dei purificatori professionali della IQAir che ci proteggono sia dagli inquinanti gassosi, grazie al filtro a carboni attivi, sia dalle polveri sottili e dalle malattie aerotrasmesse, grazie al filtro HEPA .

BIBLIOGRAFIA:

Opinion: Sustainable development must account for pandemic risk, https://doi.org/10.1073/pnas.2001655117.

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/zoonosi-come-avviene-il-salto-di-specie-di-un-virus-dagli-animali-alluomo

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-inquinamento-atmosferico

http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/052-20/inquinamento-e-coronavirus

https://www.internazionale.it/video/2020/05/01/umani-responsabili-pandemie