Tra gennaio ed aprile scorso il satellite Copernicus Sentinel-5P ha scattato dallo spazio alcune foto che rilevano la concentrazione di biossido di azoto nella Pianura Padana. Il risultato è inequivocabile e traduce con una semplice immagine quello che ormai è noto a tutti: la Pianura Padana è il posto più inquinato d’Europa e condivide questo triste primato solo con alcune zone della Polonia.

Smog Pianura Padana dallo spazio

Possiamo arrivare a questa stessa conclusione se analizziamo i dati dell’ARPA e facciamo un elenco delle città che nel 2018 hanno registrato il maggior numero di giornate con livelli di inquinamento superiore ai limiti di legge per le PM10 e l’ozono. Brescia è la prima in classifica con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121). Tutte le città capoluogo di provincia dell’area padana (escluse Cuneo, Novara, Verbania e Belluno) hanno superato almeno uno dei due limiti.

La prima città che non si trova nella pianura padana è Frosinone, nel Lazio, con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono). Questi picchi di inquinamento si raggiungono in particolare durante la stagione invernale per lo smog e le polveri sottili e durante i mesi caldi per l’ozono, per cui sommandoli si può concludere che le persone che abitano nella Pianura Padana respirano aria altamente inquinata praticamente un giorno su due. Questi superamenti hanno in primis un effetto negativo sulla salute umana ed, inoltre, per ogni giorno di superamento dei limiti (50 microg/mc per 35 giorni/anno per le polveri sottili e 120 microg/mc per 25 giorni/anno per l’ozono) corrispondono delle salate multe da pagare: soldi che potrebbero essere spesi in prevenzione piuttosto che in multe.

I motivi di un così elevato inquinamento sono vari, in primo luogo nella Pianura Padana sono concentrate molte attività produttive e umane, a cui abbiamo dedicato altri articoli in passato, come:

  • Le coltivazioni intensive sono responsabili delle emissioni di composti azotati e polveri sottili sia di origine primaria che secondaria.
  • Gli allevamenti intensivi di animali sono responsabili delle emissioni di ammoniaca e metano (con relativa formazione di polveri sottili secondarie).
  • L’elevato traffico veicolare dei motori a combustione provoca l’emissione di polveri sottili, ossidi di azoto, COV…, questo elevato trafico è dovuto sia dalla presenza di molte persone e sia al supporto di tutte le attività produttive.
  • Le attività industriali causano inquinamento atmosferico sia di particolato che di tipo gassoso.
  • Il riscaldamento domestico in generale corrisponde ad una parte elevata di inquinamento nella stagione fredda, in particolare le stufe e i camini domestici a legna sono responsabili di più del 90% delle emissioni di PM10 da riscaldamento, nonostante producano meno del 10% del calore.

L’altro motivo dell’elevato inquinamento è causato dalle caratteristiche geografiche della Pianura Padana, infatti è circondata da alte montagne da tre lati e le Alpi impediscono l’arrivo dei venti e delle perturbazioni atmosferiche per cui i venti medi nella Pianura Padana sono tra i più bassi d’Europa e, soprattutto d’inverno, si crea un’alta pressione che impedisce all’inquinamento di disperdersi nell’aria stazionando per lunghi periodi a livello del suolo. Queste osservazioni di natura geografica sono confermate dalla composizione del PM10, infatti è costituito da più del 50% da particolato di origine secondaria, sia organica che inorganica, dovuta proprio allo stazionamento dei precursori inquinanti a livello del suolo (ossidi di azoto, di zolfo, ammoniaca, composti organici volatili). Questa realtà  geografica è molto importante nel calcolo dell’inquinamento totale, infatti, se analizziamo le emissioni totali e le rapportiamo al numero di persone e al PIL prodotto, possiamo osservare che non sono superiore alla media degli altri paesi europei, per cui se vogliamo abbattere le polveri sottili bisogna avere un approccio globale e organico.

Inquinamento nel trafficoIn generale per ottenere una riduzione dei livelli di inquinamento non sono sufficienti i soli blocchi del traffico perché, come abbiamo visto sopra, il trasporto veicolare è solo una delle varie fonti inquinanti, a maggior ragione gli interventi nella Pianura Padana devono essere più incisivi ed a lungo termine per le difficili caratteristiche geografiche.

Questa esposizione a livelli di inquinamento così alti e per così lunghi periodi ha notevoli conseguenze sulla salute delle persone, infatti si stima che un aumento di 10 microgrammi/m3 di PM 2,5 provoca a lungo termine un aumento del rischio di morte del 6% per tutte le cause, del 12% per le malattie cardiovascolari e del 14% per il cancro al polmone. Le donne che sono state esposte durante la gravidanza a livelli crescenti di polveri sottili hanno avuto una probabilità del 5% di partorire bambini sottopeso e del 2% di un parto prematuro per ogni aumento di 10 microgrammi/m3 di PM 2,5.

Addirittura l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro nel 2013 ha classificato l’inquinamento atmosferico come agente cancerogeno per il polmone e la vescica. A livello globale le PM 2,5 sono responsabili della morte prematura di 3,2 milioni di persone (dati 2010) e più di 220.000 per tumore ai polmoni.

Il rapporto “Air quality in Europe” del 2017 stima che in Europa ben 520.400 morti premature si sono verificate nel 2014 a causa dell’esposizione alle PM 2,5, all’ozono e all’ossido di azoto, mentre in Italia tali casi sono oltre 90.000. Calcolando che solo in Europa oltre l’80% delle persone vive in luoghi dove i valori di PM2,5 sono al di sopra delle soglie raccomandate dall’OMS, si può facilmente immaginare la gravità del problema.

Tutti questi dati ci mostrano una situazione allarmante che dovrebbe essere affrontata in modo urgente dalle istituzioni. Nella speranza e nell’attesa che questo si verifichi, possiamo proteggerci con un purificatore professionale d’aria per ambienti indoor che sia in grado di filtrare le polveri sottili con un filtro HEPA e che possa abbattere anche gli inquinanti gassosi con un filtro al carbone attivo. I purificatori professionali della IQAir hanno varie tipologie di filtri specifici per il particolato o per i vari inquinanti gassosi in modo da potersi adattare alle esigenze delle singole situazioni.

  • Atti della Conferenza Internazionale La Valutazione Ambientale Strategica e gli scenari di pianificazione per il miglioramento della qualità dell’aria in Pianura Padana – 11 giugno 2010, Alessandria, Palazzo Monferrato.
  • Qualità dell’ambiente urbano, XII Rapporto, Edizione 2016, Focus su Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute.
  • Rapporto Ozono 2018, Legambiente.
  • Mal’Aria di città 2019, Legambiente.
  • Rapporto Ambiente, Edizione 2018, Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.